Aforismi

I

Le guerre si fanno perchè si è stupidi e non si ragiona?

O si fanno perchè si proietta sul nemico la parte peggiore di sè per eliminarla uccidendolo?

Non sarà invece che le guerre non finiscono mai perchè si è incapaci di perdonare i torti subiti e si pretende di farsi giustizia anche quando è impossibile?

Francesco Campione

II

La soluzione giovanile prevalente oggi di fronte ai problemi apparentemente insolubili (come la guerra infinita di tutti contro tutti) è l’uso di qualche promettente “droga”.

Ma le droghe sono solo palliativi: non rendono realmente felici ma possono riuscire solo a rendere meno infelici creando mondi irreali.

Francesco Campione

3 pensieri su “Aforismi

  1. Rispondo alla prima sollecitazione. Perchè si fa la guerra?
    La terza che hai detto, Professore!
    Sembra quasi che perdonare significhi indebolirsi. E a nessuno piace sentirsi debole. Tanto meno ad una Nazione, qualsiasi nazione sia.
    In questo tempo mi sento molto pessimista. Spero che “il Bene” vinca sempre, alla fine. Ma vedo tempi molto cupi all’orizzonte. E mi duole che molte persone siano già immerse nell’oscurità del dolore.
    Dobbiamo imparare a perdonare, nel quotidiano, e tra le Nazioni. A pacificare il cuore.
    Dobbiamo farci guidare dal futuro (possibile, sognato, desiderato, immaginato…) e non dal peso del passato, dal rancore per i torti subiti, dobbiamo imparare a perdonare anche noi stessi, per gli errori che indubbiamente abbiamo fatto. Dobbiamo diventare consapevoli, perdonarci, e imparare che è possibile non farci del male più, nè reciprocamente, nè a noi stessi.
    Il Bene vincerà solo se lo agiamo. Non se solamente lo desideriamo.
    Nell’oscurità che ci avvolge io colgo solo l’invito a schierarsi, da una parte o dall’altra, nella convinzione che “l’altro” ci abbia fatto del male, ci abbia fatto torti.
    Non schierarsi, e fare spazio al Perdono non pare essere più di moda. Purtroppo.

    Piace a 1 persona

    1. Grazie del tuo bel commento, con due semplici riflessioni:
      I) Forse il pessimismo deriva dal fatto che tendiamo a pensare che è molto difficile che il bene alla fine vinca perchè lo mettiamo in contrapposizione col male che sempre risorge. E se invece il bene non avesse nessuna necessità di combattere il male per vincerlo dato che fin dall’inizio è superiore? E quale sarebbe la superiorità del bene sul male? Il fatto che il valore della vita umana dipende dal nascere col desiderio del Bene e con la ripulsa del male;
      II) Se il bene vince solo se lo agiamo, come sembra banale , questa “verità” si basa sempre sulla premessa che il bene per vincere il male deve combatterlo e sconfiggerlo. E se invece per vivere nel bene fosse sufficiente desiderarlo all’infinito disinteressatamente cioè a prescindere che si realizzi concretamente negli eventi della vita , dato che questi non hanno nessun potere di farci smettere di desiderare il bene?

      "Mi piace"

      1. Professore, io non avevo in mente una battaglia tra il Bene e il Male. Consideravo solo che se il Male, diciamo, dilaga, non c’è spazio per il Bene se non nel nostro Desiderio. Possiamo continuare a desiderare il Bene, anzi, per fortuna che lo desideriamo ancora e sempre.
        Ma il Male si diffonde comunque. E, ciò che a me personalmente sta più a cuore, è il fatto che con il diffondersi del Male le persone soffrono. Il dolore dell’innocente mi interroga. Come mi interroga anche il dolore del colpevole, sia chiaro. Mi interroga il dolore, che desidera la consolazione.
        Per questo penso che non è sufficiente desiderare il Bene, ma è necessario concretizzarlo, in qualche modo. Non necessariamente in una lotta, in una guerra con il male. Anzi. il Bene si diffonderà meglio in un luogo dove le armi tacciano. Perchè se il Bene scende in guerra, ha finito di essere Bene. O no?
        Non so come, ma oltre al desiderio ci deve in qualche modo essere anche la concretezza del Bene. Oltre a desiderarlo, è necessario, a mio parere, anche in qualche modo avere la possibilità di sperimentarlo, di viverlo.
        Nella concretezza delle guerre terribili attualmente in corso, vedrei, non so come, ma vedrei il Bene nella concretezza di luoghi dove si possa dare rifugio e ristoro alle persone che rifiutano la guerra, che non hanno interesse a vincere. Un rifugio dove possa realizzarsi la rinuncia alla guerra. Dove non ci siano più vincitori o vinti, ma dove la vittoria non interessa più, interessa la pace.

        "Mi piace"

Lascia un commento